lunedì 27 giugno 2011

Da Porto Malfatano

Bordesando, bordesando.... ecco ripresa la stagione estiva ....ora di cena a Porto Malfatano, Saldegna Sud.
Buon appetito su Penelope 1

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sabato 18 giugno 2011

Traversata atlantica ovest est la rotta completa.


Questa la rotta tracciata da Penelope durante la traversata atlantica da ovest verso est. Partenza da St. Martin verso le Azzorre, prima parte 17giorni.
Seconda tratta Azzorre Cadice 7 giorni.
Entrata in Mediterraneo Cadice, Benalmadena. Almerimar, Cartagena Cagliari.
Qui sotto puoi trovare i racconti dei vari momenti.

6 giugno ....arrivo in Sardegna

Il vento da est non ci ha abbandonati fino al nostro arrivo in Sardegna. Da Benalmadena abbiamo seguito la costa costretti da 20 nodi da est con sosta ad Almerimar. Da qui ripartiti la mattina seguente ma ancora 20 nodi da est non ci permette di fare rotta su Cagliari. Sosta a Cartagena, tre giorni. Cogliendo l’occasione di una “finestra” di calma decidiamo di partire.
Nord est 15 nodi, mure a sinistra rotta perfetta su Cagliari. Sapendo che non durera’ molto. Ma grazie ad una situazione di calma di venti lungo la nostra rotta, raggiungeremo Cagliari dopo tre giorni in rotta diretta.
Il 6 giugno ore 21.00 Penelope ormeggia finalmente a Cagliari.

Dalle Azzorre a.....effetto bolina!


Siamo qui per raccontarvi l’ultima parte della Traversata atlantica di rientro in Mediterraneo, dalle Azzorre a Gibilterra. L’ultima tratta che ci ha riportato dentro le mitiche Colonne d’Ercole da dove uscimmo a novembre 2010. Il secondo viaggio di Penelope 1.
Con noi Enrico, Fabio, Luca, Toti ed Ottavio pronti per questa esperienza. L’Oceano Atlantico. L’emozione alla partenza di queste esperienze e’ sempre alta.
Lunedi 9 maggio briefing per tutto l’equipaggio, ultima visione delle carte meteo che gia’ da qualche giorno consultiamo, domani si parte come da programma. Avremo vento da sud-est, 15-20 nodi che, nei giorni successivi, girera’ da Nord-est. Purtroppo non abbiamo previsioni di vento da Ovest, piu’ favorevole per la nostra rotta verso Gibilterra. Ma si sa, in questa zona puo’ essere anche cosi.
Martedi 10 maggio ore 10.00 LT Penelope 1 libera l’ormeggio dal porto di Sao Miguel. E come da previsione ecco il Sud est 15-20 nodi che ci porta a seguire rotta 35° (anziche’ 80° su Gibilterra). Aspettando il nord-est nei prossimi giorni che ci portera’ a virare e sicuramente seguire una rotta verso sud, ci vanno bene anche i 45°.
In serata abbiamo gia’ perso i contorni dell’isola. Scarichiamo le previsioni meteo aggiornate. Ora dell’appuntamento radio. Ci si consulta con gli amici in collegamento nell’interpretare le cartine. Tra due giorni quel vento da Nord-Est si intensifichera’, 30-35 nodi, mare onda di 5 metri. Scendera’ dal nord del Portogallo verso le Azzorre alla volta di Madeira, questa burrasca che si sta formando: le isobare dell’Anticiclone che si estende dalle Azzorre alla Spagna sono schiacciate dalle basse pressioni presenti sopra la Spagna. In pratica questa zona di vento attraversera’ tutta la nostra rotta. E durera’ piu’ di qualche giorno. Per raggiungere la nostra meta, Gibilterra, saremo costretti ad attraversarla e viverla in pieno. Il nostro capitano fa le sue valutazioni e decide…….”…viriamo, si torna indietro!”. L’equipaggio non fiata, ognuno chiuso nelle proprie impressioni, esegue la manovra. Rotta diretta su Ponta Delgada. Navighiamo tutta notte in tranquillita’, quasi sembra impossibile che sara’ cosi brutto. Ore 10.00 LT Penelope riprende il suo posto all’ormeggio nel marina.
Durante la permanenza a Ponta Delgada conosciamo altri navigatori che come noi farebbero rotta su Gibilterra, altri dovrebbero raggiungere il nord Europa. E tutti in attesa che la situazione si calmi. Nel frattempo il vento arriva e si fa sentire anche dentro in marina, malgrado sia posizionata a sud dell’isola, quindi sottovento al nord-est che fuori sta soffiando come da previsione, cosi ci raccontano le barche che arrivano.
Come succede in queste situazioni di attesa il ritmo della vita nei marina e’ scandito dalle anime dei navigatori costretti alla banchina dalla situazione del mare e del vento non favorevoli alla navigazione. All’arrivo di una nuova barca che decide di fermarsi ed aspettare ci si rasserena, quasi a cercare una conferma che la tua scelta di attendere e’ cosa giusta. Perche’ in cuor tuo vorresti partire, ma la buona coscienza ti porta a saper aspettare. E man mano che il porto si affolla si forma quasi una grande famiglia. “Bon jour…..bon soir…..good moornig….hallo….buen dia……” “…da dove venite….dove andate….quando e da dove siete partiti…..cosa dicono le previsioni meteo……..”
E’ cosi che il “popolo del mare” si racconta, si fa conoscere. E’ cosi che scopri che esiste, “il popolo del mare”. Quelli che agli occhi del “popolo della terra” sembrano tutti “matti” ma allo stesso tempo sono i mitici, gli irraggiungibili. Persone che hanno saputo scegliere un determinato stile di vita, quella sognata da molti e considerata un sogno irraggiungibile.
Le giornate passano e le previsioni meteo, controllate da tutti, a tutti dicono la stessa cosa…dovremmo aspettare almeno fino al 16 maggio, a meno che non si voglia partire lo stesso. Sfuma, nel frattempo, la possibilita’ di riuscire a prendere il volo prenotato dalla Spagna per rientrare in Italia dei nostri imbarcati. Ma il desiderio di conoscere l’Oceano fa venire meno questa esigenza ed ognuno trova la propria soluzione. Una prima lezione ce l’hanno gia’ da questa esperienza, ancor prima di partire: il MARE richiede TEMPO………
Durante questi quattro giorni di attesa hanno approfittato per conoscere Sao Miguel, una delle 9 isole delle Azzorre, terre in mezzo all’Oceano Atlantico. Terre di ristoro di navigatori da secoli.
Il 16 maggio si parte. Situazione: vento e mare in diminuzione. Le prime 30 miglia scivolano sotto vento all’isola e non appena finisce il suo gentile riparo il vento da nord-est e la sua onda si fanno conoscere in tutta la loro personalita’. Penelope si assesta armata con randa ridotta di due mani cosi anche lo yankee del quale rimane fuori un piccolo tringolo per dare un do’ di spinta alla prua che affronta per prima il frangente delle onde. Anche l’equipaggio necessita di un assestamento. Si inizia subito con i turni di guardia ed al timone e chi puo’ si riposa. O perlomeno ci prova, iniziando a scoprire come puo’ farlo. Ognuno studia una posizione comoda nella proprio cuccetta, il movimento e i rumori all’interno della barca sono notevoli. E, in chi non ne e’ abituato, la perplessita’ regna. Chissa’ che cosa passa in quelle menti, fino a ieri piene di aspettative e curiose di fare questa esperienza? Sicuramente le stesse perplessita’ che avevamo noi. Eugenio e Paola, alla nostra prima esperienza in situazioni del genere. Le perplessita’ di chi per la prima volta si trova ad affrontare una situazione cosi “scomoda”. Ma e’ il richiamo dell’Oceano, il forte desiderio di andar per onde e condurre Penelope in questa “giostra” che ti aiuta a trovare le tue risposte. E non vedi l’ora di prendere in mano il timone, e con lei scivolare su questo immenso mondo liquido. La nostra presenza ne da’ la dimensione.
Il nord-est con i suoi 25-35 nodi, l’onda formata da prua ed il cielo plumbeo ci hanno accompagnati per 6 giorni continuativamente. Cosi anche i delfini, giorno e notte, facendoci sentire meno soli e trasmettendoci quel grado di allegria, che ci ha fatto apprezzare anche la navigazione cosi impegnativa e scomoda tipica dell’andatura di BOLINA.
In avvicinamento a Gibilterra durante l’ultima notte di navigazione in Atlantico il vento si spegne e con lui anche l’onda. Si accende il motore. Anche se il suo rumore disturba il silenzio del mare, almeno siamo in equilibrio per poter prendere un buon riposo.
Radio Tarifa, pero’, ci comunica che non durera’ molto, questa tranquillita’: sullo Stretto prevedono 30 nodi da est e 3 metri d’onda. In mattinata puntuali arrivano, vento e mare contrari alla nostra rotta. Proviamo a spingerci a motore verso Barbate, porto di rifugio ed attesa. Ma lo sappiamo gia’, non si puo’: la barca sbatte freneticamente sulle onde, l’elica cavita, velocita’ 2-3 nodi. Eugenio valuta: 45 miglia Barbate, 28 miglia Cadice. La decisione e’ presa:” poggiamo rotta su Cadice”. Andatura bolina larga, l’onda al traverso che man mano ci avviciniamo alla costa diminuisce e Penelope va piu’ comodamente, senza scossoni che partono dalla chiglia per arrivare alle sartie..
L’equipaggio vede sfumare l’immagine della Rocca di Gibilterra, lo Stretto, le Colonne d’Ercole dato che dovendo rientrare in Italia non potra’ aspettare la situazione favorevole per passare lo Stretto. Ma la sicurezza della navigazione, la necessita’ di ritrovare il riposo diventano predominanti sul sogno di vedere la mitica “porta del Mediterraneo”. Questo e’ il MARE. Lui ci comanda, ci scandisce il tempo, noi lo seguiamo e alla fine lo ringraziamo di averci accompagnato li, dove ci ha portati.
In compenso visiteranno Cadice, fiorente cittadina spagnola sulla costa Atlantica ricca di storie di navigatori che come noi trovarono riparo.
I complimenti a tutto il nostro equipaggio, Enrico, Fabio, Luca, Ottavio e Salvatore che con noi hanno saputo pazientare e rispettare le regole che Lui, il MARE, ci impone.